Il Ratto delle Sabine, tra mito, leggenda e storia

Il Ratto delle Sabine, tra mito, leggenda e storia

Furono Tito Livio, celebre storico latino, e Plutarco, noto storico greco, a narrare quello che passò, poi, alla storia come il ratto delle sabine. Senza dubbio, una delle vicende tra le più conosciute e antiche avvolta da leggende e miti, e che contraddistinse i primi anni della storia della gloriosa Roma.

La leggenda narra che, tra i molti problemi che dovettero affrontare i romani, vi era quello inerente la scarsità di donne a Roma. Quindi, per far sì che la stirpe romana potesse avere un futuro, vennero strette varie alleanze, al fine di trovare il modo che le donne delle popolazioni vicine venissero a Roma.

Una delle popolazioni coinvolte, fu quella Sabina, la quale viveva in un territorio che corrisponde, grosso modo, all’attuale provincia di Rieti. Ovviamente, la proposta romana, non trovò seguito. La storia del ratto delle sabine, quindi, partirebbe dal fatto che Roma organizzò un grande spettacolo, al solo fine di far giungere in città molte persone, tra cui donne.

Sempre secondo la tradizione popolare, i romani, con l’inganno, effettuarono il rapimento delle sabine proprio durante lo svolgimento dello spettacolo. Alcuni storici, indicano come possibile data, il 21 agosto, ovvero il periodo in cui i romani erano soliti celebrare le feste dedicate a Conso, il dio dei granai. A seguito di questa onta, si arrivò alla guerra.

Ma di fronte al fatto che potessero rimanere uccisi in battaglia i parenti sabini e quelli che, nel frattempo, erano divenuti i loro mariti romani, le donne si misero a supplicare per porre fine a questo massacro. Di conseguenza, quello che venne definito il ratto delle sabine, si trasformò in un potente strumento di pace e prosperità per le due popolazioni.

A tal proposito, si può osservare che, secondo Tito Livio, le donne sabine non furono oggetto di alcuna violenza ma, anzi, vennero offerti pari diritti civili vigenti nella neonata Roma. Comunque, al di là di cosa avvenne effettivamente, quel che è certo è che il ratto delle sabine ha dato vita un vasto panorama di leggende e di miti, molte dei quali trovarono una rappresentazione anche nei film cinematografici. Quel che certo, in conclusione, è sicuro che da questo episodio, nacque un forte legame tra le due popolazioni.

La scultura “Il ratto della Sabina”

Lo scultore fiammingo Jean de Boulogne (1529-1608), ribattezzato dai fiorentini Giambologna, prese ispirazione dal fatto storico del rapimento delle giovani sabine raccontato da Livio per rappresentare in un’opera scultorea quello che lui ha chiamato “Il ratto della Sabina”.

L’opera si ispira al forte dinamismo tipico dei capolavori di Michelangelo e rappresenta, in un intreccio circolare, una ragazza che cerca di liberarsi dalla presa di un uomo ai cui piedi si trova un vecchio che si dispera.

La scultura fu ricavata da un unico blocco marmoreo ed ebbe fin da subito un tale apprezzamento tanto che fu posizionata sotto le arcate della Loggia dei Lanzi in Piazza della Signoria a Firenze, città in cui Giambologna fu a lungo attivo.


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