Vegetazione lussureggiante, acqua cristallina e gelida per tutto l’anno, le Gole del Farfa sorprendono chiunque si avventuri lungo il loro percorso, fatto di anse e canyon. Un’esperienza indimenticabile a soli 50 km da Roma!
Il monumento naturale delle Gole del Farfa è un’area protetta di 35 ettari situata tra il comune di Castelenuovo di Farfa e quello di Mompeo, in provincia di Rieti, nel territorio della Bassa Sabina, e fa parte della Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere Farfa.
A soli 50 km da Roma, ideali per una escursione di un giorno dalla Capitale, le Gole del Farfa sono un vero paradiso per gli amanti del trekking e della natura. Sorprendono chiunque si avventuri lungo il loro percorso, per la vegetazione lussureggiante e per l’acqua cristallina che nel corso dei secoli ha formato anse e canyon. Una natura così particolare, incontaminata e carica di colori, fino ad oggi in Sabina l’abbiamo ritrovata solo nella dolina carsica del Revotano nel comune di Roccantica: anche qui, come alle Gole del Farfa, gli alberi sono avvolti da lunghe barbe di muschi verdissimi, che proliferano grazie alla vicinanza con l’acqua e l’umidità.
Costeggiando le Gole del Farfa potrai spingerti all’interno di un bosco di lecci, cerri e carpini; e ancora pioppi e salici che hanno formato una vera foresta a galleria.
Il letto di ciottoli in cui scorre il Farfa contribuisce a rendere particolarmente limpide le acque di questo tratto di fiume, acque che a volte sembrano diventare quasi bianche per via della spumosità che si crea nei vortici e nelle cascatelle naturali che si incontrano lungo il percorso.
L’acqua è gelida, freddissima anche in estate. Ma questo non scoraggia i molti che, proprio durante i mesi più caldi, trascorrono i pomeriggi più afosi sulle rive del Farfa, godendosi la frescura e la tranquillità che queste sponde offrono. Il torrente Farfa è, infatti, un luogo di balneazione noto in tutta la Sabina e le sue acque vengono utilizzate anche per riempire le storiche Piscine di Farfa, dove dal 1960 i Sabini (e non solo) vanno a fare un bagno in estate e a rilassarsi a bordo piscina.
Il fiume Farfa
Il Farfa è uno dei più importanti affluenti del fiume Tevere. Nasce nel comune di Frasso Sabino dalla confluenza del fosso della Mola, del Fosso delle Mole e dall’innesto di acqua che gli forniscono le sorgenti “Le Capore”, quest’ultime per lo più convogliate nell’Acquedotto del Peschiera che approvvigiona non solo la Sabina ma soprattutto la città di Roma.
Alla confluenza del Farfa con il Tevere, nel 1979 è stata creata la Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere Farfa, nata proprio dall’unione dei tre elementi: il Tevere, il Farfa e l’Oasi naturalistica di Nazzano.
Arrivando da Castelnuovo di Farfa, ti imbatterai – a un certo punto del percorso – nel Ponte Romano che oltrepassa il Farfa. Il ponte a campata unica ancora oggi, come un tempo, permette il collegamento tra gli abitati di Castelnuovo e Mompeo. Realizzato in pietra e mattoni, la sua costruzione si fa risalire al VI secolo e oggi si presenta privo di spallette e non protetto. Fai attenzione a non sporgerti quando lo attraverserai!
Questo era un punto strategico, non solo perché permetteva il collegamento tra i due paesi e le due sponde del torrente, ma anche perché poco più a monte sorgeva la Mola Naro Patrizi, un mulino ad acqua polifunzionale tra i più importanti della zona. Questo, insieme ad altri mulini, indicati nelle carte farfensi con le definizioni di molendinum, aquimolum e molinum, era una struttura polivalente, in cui veniva lavorato il grano, l’uva e le olive anche grazie alla stagionalità complementare delle diverse produzioni.
Oggi sono ancora visibili i resti dell’antico mulino, della struttura che lo racchiudeva e delle ruote usate per la molitura.
Un paio di pannelli didattici, o meglio quanto ne resta, raccontano la nascita e l’evoluzione dei mulini e l’impiego dei sistemi a ruota orizzontale o verticale negli arcaici mulini ad acqua.
Nascita ed evoluzione dei mulini
“Al momento in cui le prime ruote di mulino cominciarono a battere la superficie dei corsi d’acqua, l’arte di macinare i cereali aveva già un passato millenario”. (Marc Bloc)
Le macine manuali
I semi dei cereali, prima spontanei e poi coltivati, sono sempre stati alla base dell’alimentazione dell’uomo. Nel tentativo di romperli e ridurli in farina, probabilmente all’inizio si usarono delle pietre e poi utensili come il mortaio, il pestello e il rullo di pietra. L’antenato del mulino è la macina di pietra girevole, detta “mola rotante”. Essa funzionava per attrito: la forza usata era quella muscolare di uno schiavo o di un animale da tiro. Ci sono reperti di queste mole risalenti al primo millennio a.C. e rimasti in uso fino al I° secolo a.C.
I mulini ad acqua arcaici
La ruota orizzontale
Il mulino ad acqua arcaico, noto ai Cinesi fin dal V sec. a.C., era dotato di macine in pietra poste in orizzontale. Quella corrente era mossa da una ruota idraulica con asse verticale. Questa tecnologia richiedeva una portata d’acqua limitata: è per questa ragione che si diffuse soprattutto lungo torrenti e fiumi minori. In questi mulini ogni ruota muoveva direttamente una sola macina, senza ricorrere ad alcun tipo di ingranaggio.I vantaggi del sistema a ruota orizzontale:
- riduzione degli spazi evitando la costruzione di edifici di grandi dimensioni;
- riduzione della manutenzione per l’assenza dei delicati e complicati organi di trasmissione della ruota verticale;
- sostituzione di una ruota dalla meccanica debole con una di maggior robustezza e lunga durata;
- risparmio di energia e migliore sfruttamento dell’acqua.
La costruzione della ruota orizzontale richiedeva il lavoro di uno specialista ma si trattava di un buon investimento. Una ruota di questo tipo era capace di superare senza alcuna necessità di riparazione vari decenni.
La realizzazione della ruota inizialmente risultava costosa, permetteva però una maggiore efficienza. Il meccanismo poteva essere costruito in un fiume di bassa portata e prolungare la sua attività durante periodi di siccità. Si configurava così quello che con il tempo sarebbe divenuto il prototipo di mulino ad acqua mediterraneo.La ruota verticale
Nel mondo greco-greco-romano fonti scritte fanno risalire la nascita dell’impianto con ruota verticale all’ultimo secolo prima dell’era cristiana. L’autore Romano Vitruvio, verso l’anno 27 a.C., ci dà per la prima volta una sommaria descrizione del meccanismo: tali mulini erano composti da una ruota girevole che trasmetteva il movimento alle mole attraverso un ingranaggio composto da altre due ruote. Il mulino a ruota verticale, rispetto a quello con ruota orizzontale, rappresentava a quel tempo un avanzato sviluppo tecnico e garantiva un rendimento molto maggiore.Di fatto questo nuovo impianto, che aveva sostituito la forza muscolare con l’energia idraulica nel mondo greco-romano, ebbe per molti secoli una scarsa diffusione. I motivi di tale ritardo vanno ricercati nella struttura economica e sociale del mondo antico: essa era caratterizzata da abbondanza di manodopera, soprattutto di schiavi. Inoltre la geografia del bacino del Mediterraneo, dove i corsi d’acqua hanno andamento stagionale, con lunghi periodi di magra, sfavorisce il mulino con ruota verticale bisogno di un flusso abbondante e regolare. Questo modello si diffuse solo successivamente nell’Europa centro-settentrionale dove i corsi d’acqua hanno una portata costante.
Le acque del fiume Farfa sono ideali per gli appassionati di canyoning, rafting e hydrospeed.
Durante l’estate, infatti, complice l’intenso prelievo quotidiano di acqua che viene incanalata nell’Acquedotto del Peschiera unito alla secca stagionale, le Gole sono percorribili con più facilità. Durante i periodi di piena la faccenda si fa decisamente più complessa e rischiosa.
Va da sé che per avventurarsi in un’esperienza di canyoning nel Farfa vi serviranno casco e muta, almeno! E anche una buona guida, a meno che non siate già esperti.
Ecco, veniamo alla parte più difficile perché non è affatto semplice spiegare come arrivare esattamente al punto in cui parte il percorso per raggiungere le Gole del Farfa. Non ci sono indicazioni sul luogo, né a Castelnuovo di Farfa (che è il paese più vicino alle Gole) troverai cartelli stradali (almeno noi non ne abbiamo visti). Troverai invece le indicazioni una volta imboccato il sentiero giusto!
L’indicazione che si trova su Google Maps inserendo nella ricerca proprio “Gole del Farfa” non ti porta al punto giusto. Noi ti lasciamo un indirizzo (Via Cornazzano, 02031 – Castelnuovo di Farfa – Rieti) e qui sotto il link al punto esatto da cui imboccare il sentiero per le Gole.
Una volta imboccato il sentiero, troverai invece dei cartelli segnaletici che ti porteranno al Ponte Romano che attraversa il Farfa. Oltrepassato il ponte (venendo da Castelnuovo di Farfa) sulla destra – seguendo il sentiero – raggiungerai i resti dell’antico mulino e una comoda spiaggetta di ciottoli, ideale per una breve sosta, un picnic o un bagno estivo!
Sulla sinistra, subito dopo il ponte, potrai invece imboccare il sentiero CAI 352 che ti porterà nel cuore delle Gole del Farfa. Passando attraverso il bosco, costeggerai il fiume Farfa. Attenzione perché a un certo punto, dopo poco meno di un chilometro e mezzo dal ponte, il sentiero sparisce e si continua sulle rocce. Il percorso qui diventa di grado EE (escursionisti esperti), su alcuni passaggi serve l’ausilio di mani e piedi e alla fine si giunge a una via ferrata. Non avventuratevi troppo se non siete attrezzati, anche perché lo spettacolo è bellissimo già in questo tratto!
Il percorso fino al Ponte Romano è agevole e non presenta particolari difficoltà, solo in alcuni punti – soprattutto se nei giorni precedenti è piovuto – risulta fangoso e quindi un po’ scivoloso. Ti consigliamo di usare delle scarpe da trekking che ti consentiranno appoggi sicuri e stabili soprattutto nella parte di sentiero che costeggia il torrente e che si presenta per lo più roccioso.
Regione: | Lazio |
Provincia: | Rieti |
Comune: | Castelnuovo di Farfa |
Abitanti: | Castelnovesi |
Residenti: | 1.066 |
Indirizzo Comune: | Via Perelli, 7 |
CAP: | 02031 |
Latitudine: | 42.231992 |
Longitudine: | 12.743093999999928 |
Telefono: | 076536131 |
Email: | Scrivi al Comune |
Sito Web: | Visita il sito del Comune |
Santo Patrono: | San Nicola |
Ricorrenza: | 06 dicembre |
Mappa e cartina dettagliata delle Gole del Farfa
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Religioso | |
Via del Monastero, 1 - Farfa (fraz. di Fara in Sabina) | |
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