A volte capita di essere così tanto – fisicamente – vicini a certi luoghi da non conoscerli affatto. Chissà se è perché scatta in noi quel pensiero per cui “tanto li abbiamo qui a due passi…possiamo andarci quando vogliamo” o perché ci facciamo sedurre dal concetto per il quale “l’erba del vicino è sempre la più verde”…
Resta il fatto che nelle domeniche libere ci spingiamo spesso ben oltre i confini della nostra regione a visitare posti che vedremo solo di corsa perché – conti alla mano – 200 km ad andare e 200 km a tornare, se tutto va bene 3 ore buone le passeremo in macchina. E quello che ci resta è giusto uno scampolo di domenica utile per saltare da un posto da vedere all’altro, cercando di ottimizzare anche il tempo del pasto. In fondo, mica avremo fatto 400 km per venire solo a mangiare???
Senza contare quando ci buttiamo a capofitto nell’organizzazione di weekend o vacanze estive oltre confine, alla ricerca di quello che in Italia (pensando ingenuamente) non troveremo mai!
La morale della favola di questa introduzione – senza troppi giri di parole – è che non conosciamo i luoghi di “casa nostra”.
La pianificazione dell’escursione all’Eremo di San Silvestro
Per questo una domenica, sul finire di settembre, incuriositi da una segnalazione di Avventura Soratte – un’associazione che si occupa di escursionismo in Sabina e nel viterbese – abbiamo deciso di andare alla scoperta dell’Eremo di San Silvestro sulla cima del Monte Soratte, praticamente casa nostra!
L’Eremo è collocato all’interno della Riserva Naturale del Monte Soratte, nel comune di Sant’Oreste. A onor del vero Sant’Oreste non fa neppure parte della Sabina, ma per noi Sabini il Monte Soratte è parte integrante del territorio, un punto di riferimento imprescindibile. Senza contare che dal 1° gennaio 2019 con molta probabilità Sant’Oreste abbandonerà Roma proprio per sposare la Sabina.
Non conoscendo affatto i percorsi della zona, abbiamo pianificato il nostro itinerario in precedenza, servendoci delle mappe escursionistiche che abbiamo trovato on line.
Vista la nostra scarsa esperienza in fatto di escursionismo in montagna abbiamo deciso di non affidarci esclusivamente alle indicazioni sui sentieri, ma di scaricare un’applicazione che ci consentisse di seguire un percorso già fatto da altri.
Abbiamo scelto, dopo una rapida ricerca nel mondo delle app di questo genere, Wikiloc – una sorta di Google Maps per gli escursionisti – che consente di scaricare le mappe off line, di rilevare la tua posizione sul percorso tramite GPS e addirittura permette lo stesso rilevamento anche da parte di parenti o amici. La cosa più importante per noi sono state le recensioni di chi ha caricato quel percorso sull’app e di chi lo ha ripetuto dopo. Questo ci ha permesso di capire lunghezza del percorso e tipologia (facile, media, impegnativa).
Insomma, ci siamo messi nelle condizioni di non far sì che la nostra poca esperienza potesse crearci qualche problema.
L’app non è gratuita, ma ha un costo contenuto: 2,99 euro per 3 mesi oppure 4,99 euro per 1 anno. Noi abbiamo scelto, per testarla, il “navigation pack” per 3 mesi e ci siamo resi conto che è davvero utile!
La nostra attrezzatura per l’escursione all’Eremo di San Silvestro
Consigliamo per affrontare al meglio questo tipo di escursioni: scarpe o scarponcini da trekking alti fino alla caviglia, bastoncini da trekking, borraccia con acqua (almeno 1 litro a testa), cappello se andate in una giornata assolata.
Noi eravamo a maniche corte, ma se decidete di andare in inverno vi suggeriamo di portare anche qualche indumento più caldo, di sicuro un k-way, anche per proteggervi dal vento quando arrivate all’Eremo.
L’Eremo non è così in alto – la cima del Soratte è a circa 700 metri d’altezza – ma trattandosi di uno spazio aperto di solito c’è vento.
Il percorso che abbiamo scelto per la nostra escursione all’Eremo di San Silvestro
Ci siamo avviati di buon mattino verso l’inizio del nostro percorso: alle 8 eravamo già sul posto; c’è da dire che in quei giorni il caldo dopo le 10 era già tanto. Sapevamo che una parte del percorso che avevamo scelto passava interamente all’interno del bosco, quindi dalla nostra parte avevamo la tranquillità che saremmo stati comunque al fresco.
Abbiamo parcheggiato l’auto in prossimità del Cruscioff Pub (Piazza Giosafat Riccioni, 35 – Sant’Oreste – Roma) e abbiamo proseguito a piedi fino all’inizio della Riserva Naturale: è segnalata e troverai un cancello che permette di entrare solo a piedi… non potrai sbagliare! Antistante l’ingresso della riserva c’è un parcheggio per una decina di auto, puoi anche parcheggiare qui e risparmiare 600-700 metri di strada.
Il percorso che abbiamo scelto sull’app Wikiloc è ad anello, si sale da una parte e si scende da un’altra. Quindi fermati ad osservare il panorama e a fare foto tutte le volte che vuoi perché da lì non ripasserai 🙂
Abbiamo seguito il percorso “Vita” (n° 202) fino alla fine: sono circa 2,5 km di sentiero largo, pianeggiante e ben tenuto durante il quale troverai numerosi attrezzi di legno per fare ginnastica all’aperto. Questa prima parte del percorso è molto frequentato dagli abitanti di Sant’Oreste che vanno lì a passeggiare da soli, in gruppo o con i cani. Veramente un posto piacevole e una bella sorpresa, soprattutto per la cura con cui è mantenuto.
Giunti alla fine di questo tratto, il sentiero si restringe notevolmente e si inerpica attraverso il bosco. Lasciato il percorso “Vita”, inizia il sentiero “Le Grotte” (n° 206) che ti condurrà fino all’Eremo di San Silvestro, passando per la cresta rocciosa. Sul percorso ti imbatterai nella “Casaccia dei Ladri”, oggi niente più di un rudere che la leggenda popolare vuole fosse un tempo utilizzata dai briganti come rifugio.
Da questo punto davanti a te si apriranno le “gobbe” del Soratte che dovrai ancora percorrere (nella foto d’apertura dell’articolo) e sotto i tuoi occhi la Valle del Tevere.
Quando sarai arrivato qui, comunque, la parte più dura del percorso sarà andata! E soprattutto ti rincuorerai a sapere che la discesa non sarà dalla strada dalla quale sei arrivato, ma passando per una stradina in cemento che in confronto ti sembrerà una passeggiata di piacere!
I sentieri sono ben segnati, impossibile perdersi, anche per i meno esperti. Ci sono dei tratti più impervi, in cui dovrai salire tra gradoni di roccia, anche piuttosto alti. Ma davvero il percorso è fattibile!
Giunti in cima, lo spettacolo che si aprirà davanti ai tuoi occhi sarà eccezionale: una vista a 360 gradi sulla Valle del Tevere, campagna e campi coltivati a perdita d’occhio!
L’Eremo di San Silvestro è ben tenuto e si può visitare una volta al mese, proprio grazie all’attività dell’Associazione Avventura Soratte che si occupa di gestire e organizzare le aperture straordinarie e le visite guidate.
Se vuoi conoscere la storia dell’Eremo di San Silvestro leggi il nostro approfondimento.
Per le date di apertura dell’Eremo ti rimandiamo alla sezione Eventi di Scopri la Sabina.
Dopo aver sostato per una buona mezz’ora ed esserci rifocillati seduti ai tavolini in legno che troverai vicino all’Eremo, ci siamo rimessi in cammino.
La discesa è avvenuta prima per un brevissimo tratto del percorso degli “Eremi” (fino al santuario di Santa Maria delle Grazie, il n° 205), poi per il percorso diretto, chiamato ufficialmente “Santa Maria delle Grazie” (n° 201).
In totale abbiamo percorso poco meno di 8 km per una durata di circa tre ore (soste comprese).
Consigli e dritte per visitare l’Eremo di San Silvestro senza farsi il “mazzo”
Per chi non se la sentisse di inerpicarsi in mezzo alla montagna seguendo questo percorso, il consiglio è di seguire direttamente il sentiero “Santa Maria delle Grazie”, decisamente più comodo, meno impegnativo e meno pericoloso, ma anche meno suggestivo a nostro avviso!
E tu, se decidi di fare un salto in Sabina non venire per una toccata e fuga, ma organizza un bel weekend lungo e dedica mezza giornata all’escursione all’interno della Riserva Naturale del Monte Soratte fino all’Eremo di San Silvestro.