Una leggenda, quella di San Michele e il drago, che si intreccia alla storia di questa Grotta, un tempo ambito santuario locale, oggetto di contesa tra il Vescovo di Sabina Giovanni e l’Abate di Farfa Berardo. La statuetta – forse la Dea Vacuna – trafugata e un breve sentiero nel bosco che porta ai piedi della scalinata nella roccia che conduce a questo antro magico.
Una strada nel bosco che sale verso il valico del Tancia, un guard rail in legno a protezione da una parte e il fianco della montagna dall’altro, uno stretto ponte in pietra che attraversa un piccolo ruscello che porta acqua solo in pieno inverno e poi un cancello sempre aperto che apre le porte al breve sentiero che in 15 minuti a piedi ti porta alla Grotta di San Michele Arcangelo.
La Grotta di San Michele è custodita in un prezioso angolo della Sabina, incorniciato dai Monti del Tancia e del Pizzuto, a un paio di chilometri da uno dei punti nevralgici della storia locale: il valico del Tancia con la sua Osteria.
Raggiungere la Grotta sarà l’occasione per fare una breve escursione, semplicissima e adatta anche ai bambini. Il percorso è segnato, troverai lungo il sentiero delle frecce in legno con le indicazioni. All’arrivo, sotto la parete rocciosa e la grotta un piccolo prato e un paio di tavoli in legno con le panche potranno ospitare anche un picnic improvvisato o un piccolo spuntino.
Abbiamo ascoltato la leggenda della Grotta di San Michele, raccontata all’interno dell’antro, in una mattina fredda e piovosa, anche se era ormai maggio. L’atmosfera della grotta ci ha aiutati ad immaginare quale dovesse essere il clima che si respirava in questo angolo “sperduto” della Sabina nel IV sec. d.C… da brividi!
L’8 maggio si celebra la festa in onore dell’Arcangelo Michele e la comunità di Monte San Giovanni (RI) raggiunge la Grotta in pellegrinaggio. Da sempre la gente sabina ha rivolto una grande devozione nei confronti di San Michele, tanto da accorrere sul Monte Tancia ogni anno per celebrare la festa del Santo. E noi ci siamo trovati lì, durante la celebrazione, con tanto di banda musicale.
La leggenda della Grotta di San Michele racconta di un demone – probabilmente celato sotto le spoglie di un drago – che si era infiltrato in questo antro per trovarvi riparo e seminare scompiglio tra la popolazione locale.
La gente del posto, impaurita, si raccolse in preghiera alla ricerca di aiuto. Ad udire le richieste di aiuto fu Papa Silvestro, in una notte di ritiro sul Monte Soratte. A sua volta Papa Silvestro chiamò in soccorso San Michele Arcangelo che, direttamente dalle Grotte del Gargano, arrivò sul Monte Tancia e si sfidò con il maligno in un combattimento che durò tre giorni e tre notti.
Alla fine, entrambi stremati dalla battaglia, giunsero a un accordo: il demone sarebbe rimasto celato nell’antro più profondo della grotta e San Michele sarebbe rimasto sull’ingresso a vegliare che il patto stipulato non venisse rotto.
La leggenda vuole che la lotta fu così aspra che i segni degli artigli del drago scaraventato sulla roccia siano ancora visibili nei profondi buchi sulla falesia accanto alla grotta.
Oltre la storia, il significato della leggenda di San Michele e il drago sconfitto alle pendici del Monte Tancia sta nella rappresentazione della Cristianizzazione di questi luoghi da una parte, e della sconfitta della cultura pagana dall’altra.
Esci dal sentiero, arrivi nel piccolo prato, alzi lo sguardo e davanti a te hai una parete verticale sopra la tua testa. Un piccolo balcone in pietra in alto sulla destra e una scalinata nella roccia che conduce lassù, alla grotta.
A vederla così, oggi, la grotta sembra un semplice e piccolo antro senza nessun grande significato. Ma dal punto di vista storico, questo santuario fu così importante da essere oggetto di contesa tra il Vescovo di Sabina Giovanni e l’Abate di Farfa Berardo I per avere la supremazia su un luogo simbolo della Cristianizzazione.
Correva l’anno 1051 e si racconta a tal proposito che il Vescovo di Sabina Giovanni entrò nella grotta, distrusse l’altare (datato XI secolo) e trafugò le reliquie. Quella stessa notte, il Vescovo – come punizione divina – subì una emiparesi e – per timore – decise di ricostruire subito l’altare e di rimettere le reliquie al proprio posto.
Nella parte più profonda di questa grotta di natura carsica fino a circa cinquant’anni fa era conservata la sua anima più antica: una statuetta grezza, scolpita in una stalattite che rappresentava una figura femminile seduta, poi trafugata.
La statuetta, alta 44 cm e larga tra i 9 e 12 cm, si pensa essere la rappresentazione di una dea madre, legata ai culti della fertilità e della fecondità. Per questo viene perlopiù identificata con la Dea Vacuna, molto venerata in Sabina tanto che il paese di Vacone deriva il suo nome proprio da questa divinità.
Entrando nella grotta, dopo aver percorso la scalinata di roccia, la prima cosa che noterai è l’altare con il ciborio, costituito da due colonne con i rispettivi capitelli che sostengono la copertura a timpano.
La piccola volta del ciborio è rivestita da due strati di affreschi, il secondo rappresenta la ripittura del primo. Qui il busto del Cristo è circondato dai simboli classici dei quattro evangelisti. Sul fondo della lunetta, sopra l’altare, appare l’immagine della Madonna con il bambino. Sul fronte del ciborio, l’Agnus Dei, con ai lati le immagini dei profeti che si inchinano reverenti.
Un altro affresco rappresenta San Michele splendente nella sua corazza dorata e il drago, riproducendo una simbologia prettamente medievale (anche se questi affreschi sono datati intorno al 1400) con la testa del drago schiacciata dal santo.
Superato l’abitato di Poggio Catino, prosegui lungo la strada che sale verso la montagna in direzione Rieti. Dopo circa 15 minuti di strada, sempre dritto, senza seguire alcuna deviazione che trovate, arriverai a uno stretto ponticello di pietra. Impossibile sbagliare perché è l’unico che troverai sul tuo percorso.
Sulla destra del ponticello, un cancello sempre aperto e un cartello che indica l’ingresso del sentiero che conduce alla Grotta di San Michele.
Puoi lasciare l’auto davanti al cancello o nelle piazzole che trovi qualche metro più avanti sulla destra lungo la strada che continua a salire.
Da lì, in 15/20 minuti – seguendo il sentiero – arrivi alla Grotta di San Michele. Lungo il percorso troverai cartelli in legni che indicano il percorso. In ogni caso, c’è solo una deviazione da fare: a circa duecento metri dall’arrivo, si devia sulla destra in una leggera salita.
Tenendo la sinistra, invece, e proseguendo lungo il sentiero si arriva a un altro degli eremi della zona, quello di San Leonardo nel comune di Roccantica.
La sparizione della statuetta e il rischio di altri episodi di vandalismo hanno portato il Comune di Monte San Giovanni in Sabina a scegliere di chiudere l’accesso alla Grotta, installando un cancello al suo ingresso. Oggi, salendo la scalinata si accede al piccolo terrazzo davanti all’ingresso della Grotta e da qui si può sbirciare attraverso le inferriate.
Per visitare la Grotta al suo interno, puoi contattare il Tancia Hostel House utilizzando la form di contatto che trovi qui sotto oppure tramite WhatsApp per avere tutte le informazioni sulle visite guidate che organizzano nel corso dell’anno.
Compila il modulo di contatto per richiedere tutte le informazioni.
Il servizio è totalmente gratuito!
La Grotta di San Michele, meglio nota sui siti di riferimento per l’arrampicata sportiva come Eremo di San Michele, è una delle falesie per il climbing più conosciuta della Sabina e del Lazio.
La facilità dell’avvicinamento e il fatto che sia una parete comoda per via del prato sottostante anche per chi fa sicura, la rendono di certo una delle mete più battute dagli appassionati di questo sport.
Le vie sono attrezzate, ma a volte un po’ datati gli interventi di sistemazione e messa in sicurezza. In alcuni casi piastrine e chiodi in alcuni punti sono spariti e per questo il nostro consiglio è di cercare informazioni dettagliate sullo stato delle vie sui siti e sui gruppi social di arrampicata sportiva.
Per conoscere le altre falesie presenti in zona, leggi il nostro articolo sui Monti Sabini.
Regione: | Lazio |
Provincia: | Rieti |
Comune: | Monte San Giovanni in Sabina |
Mappa e cartina dettagliata della Grotta di San Michele al Tancia
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