Mompeo sorge su quelle terre che sono sabine da millenni. Abitate proprio dai Sabini ancor prima che i Romani arrivassero, e che si fondessero con il popolo autoctono. Un borgo che deve molto alla famiglia dei Naro che a Mompeo lasciarono, letteralmente, il cuore e che è interessato dalla Riserva Regionale Nazzano Tevere Farfa e dal Monumento Naturale delle Gole del Farfa.
Mompeo si trova in provincia di Rieti, sulle estremità meridionali dei Monti Sabini, a circa 500 metri di altitudine, in terre affascinanti, circondate da montagne ricoperte da boschi. Terre che sono sabine da millenni. Abitate proprio dai Sabini ancor prima che i Romani arrivassero, e che si fondessero con il popolo autoctono.
L’origine del nome è discussa. Pare sia da collegare al fatto che Gneo Pompeo, il celebre generale romano, avesse qui una Villa: l’assonanza fonetica con il nome di Pompeo è smaccata.
Che Romani illustri prendessero spesso dimora in questa amena campagna, adagiata su una media collina, è d’altronde un fatto ampiamente accertato, viste le molteplici testimonianze archeologiche qui rinvenute. Non abbiamo altrettanta sicurezza del fatto che qui alloggiasse anche il famoso Fabio Massimo detto il Cunctator, suggestione nata da un frammento di Cicerone che allude all’agro sabino come sua dimora, ma non avvalorato da nessun’altra prova.
Quinto Fabio Massimo (275 a.C. – 203 a.C.), noto con il soprannome di Cunctator, ovvero Il Temporeggiatore, deve questo appellativo alla strategia attendista messa in campo, con lusinghieri risultati, durante la Seconda Guerra Punica (218 a.C. – 202 a.C.). Decise infatti di non dare occasione al nemico Annibale di ingaggiare battaglia frontalmente, mirando a logorare il fronte avverso con una serie di imboscate e scaramucce, pur mostrando le sue abilità di generale quando si rese necessario scendere nel campo di battaglia.
Gneo Pompeo Magno (106 a.C. – 48 a.C.), il cui rapido cursus honorum fu dovuto a capacità politiche notevoli ma anche alla parentela con Silla, è ricordato nei libri di storia come partecipante del cosiddetto Primo Triumvirato insieme a Gaio Giulio Cesare e Licinio Crasso, e per la successiva guerra civile che lo vide impegnato contro Cesare, soccombendo in un tranello tesogli in Egitto dal sovrano locale. Mai attendista, anzi, pronto a far valere le proprie abilità di guida delle sue centurie, seppe tenere testa al genio militare del suo rivale, fu artefice della vittoria contro i pirati che affliggevano il Mediterraneo, e della sconfitta del temibile sovrano orientale Mitridate.
Si ritiene che nel territorio dell’attuale Mompeo sorgesse l’antica città di Regillo, toponimo che rivive nel nome della strada e della piazza principale del borgo. Di Regillo, pare fosse un tale Atto Clauso, personaggio tanto importante quanto avvolto nella legenda, del periodo della prima fase della Repubblica, della gens dei Claudi, cui appartennero personalità illustri quali Britannico, Tiberio, Nerone, solo per citarne alcune.
Al termine del periodo imperiale, la prima menzione del Fundum Pompeianum, con ogni probabilità Mompeo, in una fonte documentale, si rinviene nel Regestum Farfense: questo territorio era nei possedimenti dell’Abbazia di Farfa, che poi lo concesse come feudo a un signore locale di nome Francone; questo feudo passò in seguito di mano ad altri feudatari durante le incursioni saracene.
L’importanza di Francone nella storia mompeana si deve al fatto che fu lui a costruire un primo centro fortificato, un primo castello che costituì il primo nucleo di Mompeo.
Nel corso del XII secolo il feudo divenne proprietà degli Orsini, che ne mantennero il controllo fino al XVI secolo. Fu Simeotto Orsini, il capostipite di questa dinastia che, ereditando il precedente palazzo eretto sulla collina di Mompeo, ne ingrandì la struttura conferendole molta dell’attuale magnificenza che ancora oggi detiene quello che oggi è conosciuto come il Palazzo Orsini Naro.
Nella sua intitolazione, questa pregevole struttura mantiene la memoria dei successivi proprietari e signori di Mompeo, i Patrizi Naro, i quali acquisirono il dominio su Mompeo nel 1646, mantenendone poi saldamente il controllo fino ai primi anni del XX secolo. E la dominazione della potente famiglia romana si legge ancora in moltissime migliorie che questa commissionò per abbellire il borgo.
Quella che era la fortezza degli Orsini venne trasfigurata da Bernardino Naro (1584 -1671), animato da un amore viscerale nei confronti delle terre sabine da lui possedute. L’edificio fu ampliato, e venne affidata la realizzazione di affreschi ai pittori Vincenzo Manenti e Salvi Castellucci.
Tutto intorno, l’aspetto del borgo cambiava, e i cambiamenti proseguirono sotto l’erede di Bernardino, suo figlio Fabrizio Naro. Tale era l’amore e il legame profondo che padre e figlio sentivano per questo borgo, che decisero di lasciarvi, letteralmente, il cuore: i cuori dei due alla loro morte rimasero qui, seguendo le loro espresse volontà, mentre i corpi vennero sepolti a Roma. Viali, piazze, porte di accesso alla città vennero rivisti e abbelliti, ma furono anche edificate nuove chiese e restaurate quelle già esistenti. I Naro, per questioni dinastiche, dopo qualche anno divennero Patrizi Naro, intrecciando il loro destino con l’altra nobile famiglia.
L’impronta dei Naro è ben visibile negli edifici di culto mompeani: quella che ad oggi è la chiesa parrocchiale, ovvero quella intitolata alla Natività di Maria Santissima, eretta dagli Orsini – come è evidente dalla presenza del loro stemma araldico sul portale di ingresso – venne completamente restaurata, quasi riedificata, nel 1663, su iniziativa di Bernardino, che volle una cappella che ospitasse il Santissimo Crocifisso che fece qui traslare con una solenne cerimonia. È qui che i cuori di Bernardino e Fabrizio sono custoditi, insieme alle spoglie di altri membri della casata, ed è questa chiesa che venne a raccogliere le reliquie e i manufatti che i Naro donarono alla comunità, come il prezioso busto di Sant’Egidio, realizzato in argento. La cupola affrescata dal Manenti e le sue tele sulle pareti sono di grande interesse artistico.
Il territorio di Mompeo è interessato da un angolo di natura incontaminata, quei 65 ettari delle Gole del Farfa, parte della Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere Farfa. Un vero paradiso per gli amanti della natura, cui la bella stagione regala, oltre a passeggiate e sentieri di trekking davvero suggestivi, la possibilità di praticare sport acquatici come il river trekking o il canyoning.
Rapaci, moltissime specie di uccelli e mammiferi sono numericamente ben rappresentati, ma anche specie anfibie, pesci e crostacei grazie all’ambiente acquatico costituito dal fiume Farfa. Spostando gli occhi al di sopra delle gelide acque del corso d’acqua si può ammirare un antico ponte, risalente al VI secolo, destinato a collegare Mompeo al limitrofo paese di Castelnuovo di Farfa, ad unica campata e privo di parapetto, il che rende pericoloso l’attraversamento, che è pure ancora possibile. Nei paraggi di una strada romana, lastricata e ancora ben visibile nella lussureggiante vegetazione.
Poco più avanti, compreso nel territorio di Mompeo, sono visibili i resti della Mola Naro Patrizi, corredati di due pannelli didattico didascalici e con le due ruote di pietra originarie. Questo territorio, in epoca romana e medievale, era caratterizzato da una notevole concentrazione di mulini ad acqua, davvero caratteristici del paesaggio: questi erano siti produttivi, in cui si lavoravano e si trasformavano il grano, l’uva, le olive, i prodotti della terra destinati a diventare farina, vino, olio.
La mola stabilita intorno al Farfa fu resa inutilizzabile, a fine Ottocento, da una piena del fiume. E allora, i Patrizi Naro decisero di commissionare la costruzione, nei piani inferiori del Palazzo, di un frantoio a trazione animale. Un opificio di tipo tradizionale, dunque, della cui struttura originaria non rimane altra testimonianza se non una rosetta, in materiale calcareo, dove giaceva il torchio, visibile nel pavimento sotto quello attuale, su cui si aprono apposite lunette.
Nel corso del Novecento, poi, si provvide a installare un motore, fin quando, verso gli anni Cinquanta, lo si abbandonò definitivamente. I locali, con pianta rettangolare e costituiti da due ambienti separati, sono accessibili da un ingresso posto su Piazza Regillo.
II 24 di agosto si festeggia la ricorrenza dei Santi Patroni Sant’Egidio e San Vincenzo, per la cui occasione i festeggiamenti iniziano il venerdì precedente, con la consueta uscita della “mazzetta”, ovvero una piccola immagine in argento di Sant’Egidio, cui segue una veglia notturna, mentre è del sabato la distribuzione delle pagnottelle benedette di pane.
Un’altra liturgia, un tempo con molto più seguito, è la festa dedicata a Sant’Antonio Abate, che prevede la benedizione degli animali e dei mezzi agricoli. Nella giornata dedicata al Patrono degli animali – la data da cerchiare sul calendario è il 17 gennaio – avviene la distribuzione delle ciambelle benedette.
Molto più prosaiche, decisamente laiche, sono la Sagra della Polenta, che si tiene solitamente tra novembre e dicembre, e la Festa dell’Olio, organizzata solitamente per il periodo in cui si può degustare l’olio nuovo, quindi per la fine di ottobre. Polenta condita con sugo alle spuntature, bruschette condite con olio extravergine d’oliva della Sabina DOP, dobbiamo davvero dire altro per convincervi a fare una passeggiata a Mompeo? E potremmo anche non rivolgerci ai Romani, che Mompeo la conoscono davvero molto bene, senza bisogno della nostra presentazione.
Sin dalla sua fondazione, Mompeo è strettamente legato ai Romani. Era un Romano quel celebre Gneo Pompeo Magno che qui prese dimora, condizionandolo a tal punto da influenzarne il nome. Romane erano le famiglie Orsini e Patrizi Naro, che si avvicendarono alla sua guida.
Se ad oggi questa ingombrante “vicina”, distante poche decine di chilometri, monopolizza, agli occhi del resto d’Italia e del mondo, l’offerta turistica laziale, pur con un’evidente inversione di tendenza degli ultimi anni, è indubbio che Mompeo e la Sabina esercitino un notevole fascino sugli abitanti di Roma – anche quelli contemporanei! E questi ne fanno, quindi, meta privilegiata per passeggiate domenicali e riposanti week end.
Regione: | Lazio |
Provincia: | Rieti |
Comune: | Mompeo |
Abitanti: | Mompeani |
Residenti: | 478 |
Indirizzo Comune: | Piazza Regillo, 3 |
CAP: | 02040 |
Latitudine: | 42.2485287 |
Longitudine: | 12.7509494 |
Telefono: | 0765.469028 |
Email: | Scrivi al Comune |
Sito Web: | Visita il sito del Comune |
Santo Patrono: | Sant'Egidio |
Ricorrenza: | 01 settembre |
Mappa e cartina dettagliata di Mompeo
Sei a Mompeo? Abbiamo selezionato per te i principali luoghi d'interesse, le migliori cose da vedere, le attività e le attrazioni da non perdere!
Storico | |
Viale Regillo, 25 - Mompeo (RI) | |
Ad oggi, dopo l’imponente restauro messo in atto dall’amministrazione comunale nel 2010, il palazzo è sede di importanti mostre e manifestazioni culturali. Affrescato con opere di Vincenzo Manenti, come “L’Onore” e “L’Aurora”, e di Salvi Castellucci, come “La Fede”, ospita sulla sua sommità un osservatorio astronomico, e, nei locali inferiori, un opificio costruito per volere dei Patrizi Naro nel corso dell’Ottocento. |
Panoramico | |
Viale Regillo, 25 - Mompeo (RI) | |
Intitolato all’illustre professor Corbino e ospitato sin dalla sua inaugurazione del 2017 in un’ala del Palazzo Orsini Naro, l’osservatorio è dotato di un potente telescopio modello Meade LX200 da 12” che proietta le immagini catturate e rilasciate su un grande schermo posto all’interno della sala Fabrizio Naro. Attualmente questo importante centro di ricerca e divulgazione scientifiche è gestito dal CNAI, Centro Nazionale Astroricercatori Indipendenti. |
Religioso | |
Via Fabio Massimo, 38 - Mompeo (RI) | |
Costruita dagli Orsini ma restaurata completamente per volere di Bernardino Naro nel corso del 1663, presenta una meravigliosa cupola affrescata da Manenti. |
Percorso naturalistico | |
Vegetazione lussureggiante, acqua cristallina e gelida per tutto l’anno, le Gole del Farfa sorprendono chiunque si avventuri lungo il loro percorso, fatto di anse e canyon. Un’esperienza indimenticabile a soli 50 km da Roma! |
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Storico/Architettonico | |
Poco lontano dalle mura del paese, a circa 30 metri di distanza dal suo punto di accesso, su un pendio fortemente scosceso, sorge l’Auditorium intitolato a San Carlo, ospitato in una chiesetta sconsacrata, intitolata allo stesso santo. La chiesa fu edificata, per volere del popolo mompeano, nel 1620, con dedica a San Carlo; l’iscrizione lo dice chiaramente, recitando: PIETATIS STUDIO POPULI A POMPEJO SABINO PIORUMQUE ELEMOSYNIS IN HONOREM S.CAROLI ERECTUM A.D. MDCXX e a fianco un altro piccolo edificio doveva ospitare un piccolo lazzaretto. |
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Poggio Mirteto volge il suo sguardo verso il Monte Soratte e la Valle del Tevere. Con i suoi 6.000 abitanti è uno dei paesi più vivi della Bassa Sabina, grazie anche al fitto calendario di eventi folcloristici, sagre e mercatini tradizionali in programma ogni anno. |
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Comune della Sabina | |
Castelnuovo di Farfa, a pochi passi dalla celebre Abbazia di Farfa, è conosciuta per il Monumento Naturale delle Gole del Farfa: un percorso naturalistico di grande pregio. Il suo stretto rapporto con l’olio extra vergine di olivo, prodotto tipico simbolo dell’intera Sabina, è celebrato in questo borgo sabino con un Museo ad esso dedicato. |
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Religioso | |
Via del Monastero, 1 - Farfa (fraz. di Fara in Sabina) | |
Dichiarata nel 1928 monumento nazionale, la celebre Abbazia di Farfa è uno stupendo convento di Benedettini, che fu fondato nel lontano VI secolo. Migliaia i visitatori che ogni anno giungono in questo luogo incantevole per ammirare il monastero e la basilica, veri gioielli di architettura. |
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Comune della Sabina | |
A Fara in Sabina vi aspettano panorami di rara intensità, visioni romantiche e suggestive sulla Valle del Farfa. Approfittate per visitare il Monastero delle Clarisse Eremite ed entrare in un mondo fino a pochi anni fa chiuso all’esterno. Vi sembrerà quasi un privilegio poter conoscere queste deliziose “sorelle”. |
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