Con i suoi 2217 metri di altezza, il Terminillo è la vetta più alta dei Monti Reatini. In epoca romana, il suo ghiaccio veniva usato come frigorifero per la conservazione dei cibi. Nell’immediato Dopoguerra diventa la località delle vacanze invernali per la nobiltà della capitale e si trasforma presto nella stazione sciistica in cui tutti i Romani si riversano durante i weekend. Fino ai giorni nostri, tempi in cui il Terminillo sembra essere dimenticato, ma pronto a rinascere!
La chiamano “La Montagna di Roma” e mai nome fu più giusto per quello che è un pezzo della storia delle famiglie romane che ogni anno lasciano lungo i suoi sentieri e sulle sue piste piccoli frammenti di storie e vacanze. Più che una montagna, per i romani, il Terminillo è un pezzo di vita e di cuore che di generazione in generazione coccola e abbraccia la storia di un intero territorio.
Oggi il Terminillo è molto lontano dai gloriosi fasti che, nell’immediato Dopoguerra, l’hanno reso il punto di riferimento degli sciatori del Centro Italia e di escursionisti e alpinisti curiosi di scoprirne ogni angolo nascosto e di raggiungerne ogni vetta.
Le stagioni invernali al Terminillo negli ultimi anni faticano a decollare, complice l’esposizione del massiccio, spesso soggetto ai caldi venti di scirocco che sciolgono rapidamente la neve che cade, se cade! Infatti, anche i mutamenti climatici hanno generato una riduzione importante dell’innevamento, accorciando la stagione sciistica a poche settimane e mettendo in seria crisi la sopravvivenza della stazione invernale di Pian de’ Valli.
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La situazione descritta da molti è quella di abbandono, con costruzioni fatiscenti e diroccate, impianti di risalita rimasti fermi agli anni Sessanta, tralicci delle vecchie seggiovie che troneggiano in mezzo alla montagna e quella monoposto che risaliva fino al Rifugio Rinaldi ormi abbandonata.
Non possiamo certo affermare il contrario, significherebbe negare l’evidenza, ma questo scenario ai limiti del post apocalittico per chi ama la montagna a prescindere può avere un senso.
Il Terminillo si presta tutto l’anno a escursioni e trekking e per chi pratica alpinismo ha delle vie niente male, oltre alla possibilità in inverno di ciaspolare! Ora, fare trekking e passeggiare in questi scenari montani, non troppo affollati e silenziosi, permette davvero di apprezzare la quiete e la pace della montagna. Insomma, dipende sempre dai punti di vista e da quello che si cerca. Per camminare, ogni posto è buono in fin dei conti! Se quello che desideri è la vita mondana della montagna con negozi di tendenza e posticini instagrammabili per un aper ski, allora il Terminillo non fa per te!
Il Terminillo, nell’antica toponomastica, era conosciuto con i nomi Gurgures Mons o Mons Tetricus (forse per via delle tre cime identificabili dalla conca reatina e dalle pianure laziali). Fa parte della catena dei Monti Reatini nell’Appennino Centrale e con i suoi 2217 metri di altezza, il Terminillo è a tutti gli effetti una montagna forte, perfetta per sciare o per immergersi in una natura selvaggia.
Delle spaventose “rupi di Tetrico” ne parlò già Virgilio nell’Eneide ma anche Marco Terenzio Varrone, che cantò gli “alti monti Gurguri” e sin dai tempi più antichi le popolazioni avevano familiarità con questa montagna tanto aspra quanto materna.
In età romana, il massiccio del Terminillo era luogo di pascolo, di caccia, di raccolta della legna ma anche di ghiaccio, messo poi in commercio nel vicino municipio di Reate, città di origine sabina che sorgeva sulle sponde del lacus Velinus, così che nelle abitazioni potessero usarlo come antenato del frigorifero e conservare i cibi.
Ripercorriamo ora la storia del Terminillo, dagli antichi fasti dell’immediato Dopoguerra, quella che potremmo definire la sua età dell’oro, alla decadenza attuale fino alla sua possibile rinascita. Ci piacerebbe non parlare affatto di “decadenza”, visto che siamo piacevolmente innamorati di questa montagna e speriamo di vederla rifiorire presto sotto qualsiasi veste, non necessariamente invernale. Ma se la definissimo in altro modo, saremmo probabilmente tacciati di non essere obiettivi.
Nel secolo scorso, il complesso dei Monti Reatini ha vissuto la stessa sorte della maggior parte delle montagne italiane, identificate per lo più come stazioni invernali e quindi da dedicare allo sci alpino.
Questo ha portato alla costruzione di alberghi e residence che potessero ospitare grandi quantità di persone arrivate in massa dalle città e pronte a godersi il boom economico.
Il Terminillo non è stato da meno e qui si è assistito al medesimo processo che ha visto Pian de’ Valli, insieme a campo Stella sul versante leonessano, trasformarsi in una rinomata stazione sciistica. Questa visione prende le mosse dalla necessità di modernizzare l’Italia del primo Dopoguerra e vede il regime fascista come attore principale in questa opera di modernizzazione e di trasformazione di una montagna in un allettante luogo di villeggiatura invernale.
L’inaugurazione di una nuova moderna funivia
Giornale Luce del 26/01/1938
La Montagna di Roma additata dal Duce all’amore di tutti gli italiani è ora servita da una modernissima funivia che in 3 minuti e 20 secondi congiunge Pian de’ Valli al Terminilluccio a quota 2108 metri per la gioia degli sciatori provetti che non si accontentano di brevi percorsi e desiderano discese immense.
Un carrello sale mentre l’altro scende ogni 5 minuti sorvolando bellissimi pendii nevosi. La funivia facilita l’accesso al Rifugio Umberto I che specialmente nel periodo primaverile costituirà una eccellente zona sciistica che può protrarre la stagione sciatoria anche a tutto aprile.
La funivia invita anche chi non è sciatore. Dalla terrazza della stazione superiore si gode infatti uno dei più vasti panorami dell’Italia centrale che merita l’ascensione.
Grazie alla costruzione delle prime strade montane, in particolare quella di collegamento tra Rieti e Campoforogna, fortemente voluta da Mussolini e i cui lavori iniziarono nel 1934, il turismo, in questa zona da elitario è iniziato a diventare di massa e, tra i magici anni Sessanta e gli sfavillanti anni Ottanta, il Terminillo è addirittura diventato uno dei riferimenti montani di tutto il Centro Italia.
Una gita sul Terminillo
Giornale Luce del 25/03/1956
La Montagna di Roma, che valorizzata dalla comoda e bellissima strada che vi giunge, è diventata nel breve volgere di due stagioni invernali la meta preferita degli sciatori dell’Urbe per i suoi vasti campi di neve che rispondono a tutte le esigenze.
Fu un semplice equivoco pensare che il Terminillo potesse diventare un riferimento per lo sci invernale a livello nazionale e questo fu subito chiaro non appena la costruzione della rete autostradale rese semplice e rapido raggiungere Campo Felice, Ovindoli, Roccaraso e le località alpine in generale.
Presto Terminillo cominciò a subire un progressivo abbandono, a causa della folla di persone che si riversava sulla neve durante il fine settimana intasando le poche piste del comprensorio e rendendo complicato sciare e poco rilassante la vita di quei nobili romani che avevano investito nell’acquisto di ville su questa montagna.
Il cemento armato ha schiacciato il Terminillo, rendendolo un avamposto della città trasportata in montagna e facendo sì che parte del fascino dell’ambiente incontaminato di questi luoghi, quell’aria di esclusività degli albori, venisse meno.
I campionati nazionali femminili di sci
Giornale Luce del 15/03/1940
I campionati nazionali femminili di sci, organizzati dalla società sportiva Parioli.
Le concorrenti risparmiano le forze per l’imminente competizione, raggiungendo i campi di gara a mezzo della sciovia.Alla partenza si dà un ultimo tocco alla tenuta, poi hanno inizio le gare.
Sia su questo difficile percorso di discesa obbligata sia su quello di discesa libera si è affermata campione nazionale la signorina Nives De Rossi, della società Parioli.
Seppur con meno enfasi, il Terminillo si popola anche di chi non vive la montagna sugli sci e solo in inverno, ma anche di chi muove i suoi passi in tutte le stagioni con indosso scarponi da trekking e in caso di neve di piccozze, ramponi e corde.
La fondazione del Club Alpino Italiano e l’apertura di diverse sedi sul territorio nazionale contribuì anche al Terminillo alla crescita di interesse verso le escursioni.
Nel 1901 venne costruito il primo rifugio sul massiccio dei Monti Reatini, l’Umberto I, una piccola struttura che segnò un passo importante per la storia escursionistica di questa zona. Oggi quello stesso rifugio dal tetto rosso ha un altro nome: si chiama rifugio Massimo Rinaldi, e dopo di lui fu costruito l’altro rifugio della zona: il Sebastiani.
Mentre il Rinaldi è raggiungibile solo a piedi, al Rifugio Angelo Sebastiani si arriva comodamente in macchina ed è il punto di partenza di molte vie che portano non solo alla cima del Terminillo, ma anche alla Cresta Sassetelli ad esempio.
Ancora oggi, sia in estate che in inverno sono tanti i camminatori che vi si recano per rigenerarsi e ritemprarsi e lo scenario che si apre alla vista non ha nulla da invidiare alle montagne italiane più blasonate.
I sentieri regalano emozioni a perdita d’occhio su Rieti, sulla Sabina, sui Monti Sibillini, sul Gran Sasso e i rifugi Angelo Sebastiani, a 1820 mt, e Massimo Rinaldi, a 2108 mt, coccolano il viandante che qui troverà pace, gioia e tutta la meraviglia di un territorio che sa essere generoso e magnanimo.
A posteriori si potrebbe dire che è stato un errore concentrare tutte le attenzioni sullo sviluppo del Terminillo solo come stazione sciistica invernale, a sfavore delle attività montane più tradizionali e soprattutto praticabili durante tutto l’anno, come l’escursionismo. L’istituzione di un parco naturale che proteggesse il gruppo montuoso e che, invece, è stato categoricamente negato, avrebbe sicuramente dato una spinta notevole a un turismo ecosostenibile e volto anche a questo genere di attività.
L’augurio è quello di veder rifiorire questa montagna il prima possibile e che in un modo o in un altro si possa portare nuova linfa alle attività locali. Che sia grazie al progetto ancora in fase di approvazione “Terminillo Stazione Montana” (TSM) o grazie ad altre idee, l’importante è fare presto e nel rispetto dell’ambiente.
Per quanto ci riguarda, noi continueremo a frequentare il Terminillo a prescindere, a percorrere i suoi sentieri, ad addentrarci nelle sue faggete, a prendere un caffè in cima al Terminilluccio sotto il tetto rosso del Rinaldi e a scendere per le sue piste innevate!
Regione: | Lazio |
Provincia: | Rieti |
Comune: | Rieti |
Abitanti: | Reatini |
Residenti: | 47.552 |
Indirizzo Comune: | Piazza Vittorio Emanuele II, 1 |
CAP: | 02100 |
Latitudine: | 42.4026004 |
Longitudine: | 12.860227200000054 |
Telefono: | 07462871 |
Email: | Scrivi al Comune |
Sito Web: | Visita il sito del Comune |
Santo Patrono: | Santa Barbara |
Ricorrenza: | 04 dicembre |
Mappa e cartina dettagliata del Monte Terminillo
Abbiamo selezionato per te i principali luoghi d'interesse, le migliori cose da vedere, le attività e le attrazioni da non perdere!
Storico/Naturalistico | |
Tetto e finestre rosse per il primo rifugio costruito sul Monte Terminillo. Collocato a 2108 metri di altitudine, è raggiungibile solo a piedi percorrendo il sentiero 401 e da lì alla vetta del Terminillo è un attimo (si fa per dire!). |
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Se ti resta del tempo libero, non devi assolutamente perdere la nostra selezione di luoghi da vedere nelle vicinanze!
Comune della Sabina | |
L’umbilicus Italiae, ovvero il centro geografico d’Italia, Rieti è stata fin dall’antichità una città importante, crocevia tra i monti Sabini e quelli Reatini. Ricca di testimonianze risalenti anche all’epoca romana come medievale, Rieti è un vero e proprio gioiello del turismo in Sabina. |
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Comune della Sabina | |
Piazzale San Francesco, 1 - Greccio (Rieti) | |
Insignito del titolo “borghi più belli d’Italia”, Greccio, in provincia di Rieti, è un luogo così particolare che perfino San Francesco ne venne colpito. È qui, infatti, che il Santo diede vita al primo presepe e dove si trova uno dei quattro Santuari della Valle Santa. |
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Percorso naturalistico | |
Greccio | |
Cinque itinerari naturalistici e spirituali sulle orme di San Francesco. Per gli amanti del trekking che vogliono aggiungere alla visita al Santuario di Greccio una o più escursioni, con diversi livelli di difficoltà. |
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Comune della Sabina | |
Fondata dagli Angioni nel 1308, è passata dalla provincia de L’Aquila alla provincia di Rieti solo nel 1927. Girovagando per le vie di Cittaducale ti renderai subito conto di quanta storia ci sia in questo piccolo borgo reatino. Scorgerai chiese, portali, torri e palazzi storici ogni volta in cui volgerai lo sguardo in una nuova direzione. |
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Percorso naturalistico | |
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